Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori del Calcio Castelfiorentino. Il disegno urbano non resta definito dal solo tessuto viario, in quanto vi si integra un molteplice sistema di piazze e slarghi, gerarchizzato dalla scala urbana del capo-quarto (Santa Giusta, Santa Maria di Paganica, San Pietro, San Marciano), a quella del semplice locale (Piazza San Silvestro, Piazza San Flaviano, Piazza San Marco, Piazza San Domenico); altre piazze di alto rango sono quelle legate alla politica e all’economia, come Piazza Duomo o del Mercato, e Piazza Palazzo, dove si trova il Palazzo Margherita d’Austria, già del Capitano Regio. E sempre in merito alla leggenda dei 99 castelli, la città avrebbe avuto 99 piazze, 99 chiese, 99 palazzi signorili, ripartiti dal 1276 in Quattro Quarti, con 4 chiese capoquartiere, ossia i quarti di Santa Giusta, Santa Maria, San Pietro e San Marciano (ex San Giovanni). La formazione della tagliata interna comportò la demolizione di alcuni «locali» del rione Santa Maria, e la distruzione totale del Guasto.

Julius Caesar, Perpetual Dictator, from Twelve Famous Greek and Roman Men (c. 1633) // Boëtius Adamsz. Bolswert (Dutch, active in Flanders, 1580-1663) after Peter Paul Rubens (Flemish, 1577-1640) In posizione marginale al palazzo, i Domenicani si collocarono ad occidente al confine del rione San Pietro con San Marciano, sull’antico asse di via Forcella, con la chiesa di San Domenico la cui facciata raggiunge i massimi vertici della costruzione angioina abruzzese, i Francescani si erano stanziati a oriente con il complesso della Basilica di San Bernardino (metà XVI secolo), sull’asse di via Roma-Corso Umberto Il, poi via San Bernardino, con orto estesi sino alle mura; gli Agostiniani da San Giacomo-Sant’Onofrio si attestarono con Carlo I nel 1270 sia a meridione con il complesso della chiesa di Sant’Agostino ed ex Prefettura, e a nord con la chiesa di Sant’Amico, siti maglie da calcio con le agostiniane femmine. Grazie a questa sua vittoria ci ha fatto iniziare il nuovo anno nel migliore dei modi a cui poi si è aggiunto anche il successo di Leonardo Caracciolo tra i Master. Lo storico Bernardino Cirillo, negli Annali della Città d’Aquila cita tutti i castelli che fondarono la città, e il numero raggiungeva quasi la novantina, malgrado oggi molti siti originali siano stati completamente stravolti dall’espansione edilizia, o addirittura scomparsi a causa dei catastrofici terremoti, come quello del febbraio 1703. Fatto sta che le rocche vere e proprie ancora oggi sono esistenti, ossia quelle di maggior pregio, i cui abitanti ebbero il privilegio e il potere economico di costruire nella città d’Aquila locali più espansi, mentre per altri castelli di minore importanza, come Vio, Genca, Gignano, Forfona, non resta poco più, nel tessuto odierno del centro storico aquilano, che il toponimo del locale stesso, mentre dei borghi esterni le mura sopravvive il borgo di San Pietro della Jenca (Genca) presso Assergi, mentre di quest’altri citati come esempio si conservano soltanto i toponimi e le ipotizzabili località dove sorgessero le case.

La città presenta ampi vuoti nelle zone periferiche, e anche all’interno delle mura, la piazza San Bernardino, dove giunge a compimento la facciata del 1542 di Nicola Filotesio, e lo spazio del Borgo Rivera dove si affacciano la fontana delle 99 cannelle e la chiesa di San Vito da Tornimparte, dove è ipotizzabile un intervento del Fonticulano. L’assetto urbano dell’Aquila sarebbe stato ispirato agli impianti di Beaumont-de-Lomagne (1279), Mirande (1281) o Solomiac (1323), bastides che si articolano con tracciati ortogonale, piazza del mercato al centro, spazialmente delineati dal disegno a isolati nel tessuto dentro le mura. L’assetto urbano sullo scorcio del XVI secolo era piuttosto diverso dall’attuale. Nel 2006 è iniziato l’iter per l’istituzione della frazione comunale di Manfria, località balneare di villeggiatura distante circa 8 chilometri dal perimetro urbano. L’antica arx sorgeva in cima al Colle San Vittorino, nella località omonima che attualmente porta questo nome, dove venne eretto il castello dai Longobardi. Forcona: l’antica Furconia si trova da tutt’altra parte rispetto alla posizione di Amiternum, precisamente nella zona est dell’attuale centro aquilano, in contrada Civita di Bagno.

dry Le planimetrie sono incentrate sulle tre piazze citate, tutte tangenti all’asse urbano principale di via Roma-Corso Umberto, che attraversa da ovest a est l’interno centro orizzontalmente, tra Porta Barete e Porta Leone. Ad occupare gli ampi spazi tra l’edificato e le mura, i complessi celestiniani di Sant’Agnese e San Basilio (oggi ex ospedale San Salvatore) a nord di Porta Paganica, quelli delle agostiniane di Santa Lucia (oggi sede dell’Opera salesiana don Bosco) e le Clarisse del convento di Santa Chiara di Acquili (presso via XX Settembre). 1703. Il tema del palazzo quattro-cinquecentesco dell’Aquila si connota essenzialmente come tema della corte, anche al di fuori di qualunque tematica di riconnessione figurativa agli spazi della città. Il sintagma è costituito da un arco murario, decorato all’intradosso da un partito decorativo a cassette con rosoni, inquadrato dall’ordine architettonico, due colonne scanalate e rudentate nel terzo inferiore, con capitello, che sostengono una doppia trabeazione che gira su quattro lati del cortile, tangente agli archi a chiave. Il cortile rinascimentale di stampo toscano è evidente in Palazzo Carli (1495), impostato su due ordini, uno inferiore ad arcate a tutto sesto su colonne per tre lati, e uno superiore, su quattro lati, a semplici colonne senza trabeazione, che sostengono direttamente lo sporto di gronda.

By Carlota