Qui a Retrofootball® vendiamo moda calcio per appassionati di sport in generale e per coloro i quali vogliono regalare articoli imprescindibili. La diffusione della maglietta come indumento d’abbigliamento, all’infuori dell’utilizzo intimo o da lavoro, si consolidò negli anni cinquanta, quando la moda americana si diffuse nel mondo attraverso il cinema. Seconda Divisione 1926-1927 sul terreno del nuovo, seppur non ancora ultimato, stadio-velodromo, battezzato «Campo del Littorio» (siamo nei primi anni del ventennio fascista). Nei primi anni di vita il Football Club Pordenone militò in Terza Divisione, Comitato Regionale Veneto; «palcoscenico» dell’epoca il campo delle Casermette di via Molinari (ove oggi sorge il Palamarmi, sede delle gare della squadra di hockey a rotelle) su un terreno di proprietà dell’Ospedale Civile che già aveva ospitato un maneggio di cavalleria. Il Nuovo Pordenone 2024 Football Club A.S.D., meglio noto semplicemente come Pordenone, calcio maglie è una società calcistica italiana con sede nella città di Pordenone. Presentato il nuovo Varese. La disdetta da parte dell’amministrazione ospedaliera comportò il provvisorio trasferimento dell’attività agonistica nel cortile interno di un’ex caserma di artiglieria, su autorizzazione del comandante del presidio militare cittadino dopo intercessione dell’allora sindaco Arturo Cattaneo (non sarà l’ultima situazione di questo tipo per il sodalizio neroverde); il tutto in attesa della realizzazione di un nuovo campo sportivo.

Questo tipo di partnership può portare nuovi iscritti al canale e aumentare l’interesse nella Coppa Italia. Il Pordenone concluse il campionato al secondo posto, qualificandosi al girone finale per la promozione in serie C: giunse secondo alle spalle del Valvasone, ma venne ugualmente ammesso a disputare la categoria superiore per motivi di completamento organici. Il campionato 1947-1948 fu concluso al 15º posto e conseguente ritorno in Prima Divisione; nel 1948-1949 il Pordenone – tornato a vestirsi di nero-verde – vinse il proprio girone accedendo alle finali regionali: il quarto posto finale non fu sufficiente per il passaggio al campionato interregionale di Promozione (istituito proprio in quell’anno). Sia la categoria che il nome non ebbero vita lunga: nonostante il settimo posto finale, sufficiente a garantire la permanenza in Seconda, il sodalizio non si iscrisse al campionato successivo, e si sciolse per poi ripartire dalla Terza Divisione Venezia Giulia 1927-1928 come Unione Sportiva Pordenonese. Primo passo per affrontare la nuova e più impegnativa categoria fu la crescita a livello societario: entrarono nel consiglio direttivo Giulio Locatelli (nominato presidente), affiancato da Luciano Savio e Lino Zanussi, insomma il gotha dell’imprenditoria pordenonese dell’epoca.

La formazione amaranto conclude il campionato con 110 gol all’attivo, miglior attacco della categoria. L’inizio campionato è da dimenticare, nelle prime sei partite arriva solo un punto, la prima vittoria arriva a dicembre in una gara esterna contro il Potenza, ma sarà solo una piccola soddisfazione in un mare di ulteriori sconfitte, come quella contro il Cosenza finita 5-2, con una doppietta dell’ex Sudati. Lo Spezia vede giocare le prime partite casalinghe allo stadio Orogel Stadium-Dino Manuzzi di Cesena, tornerà a giocare le partite interne allo stadio Stadio Alberto Picco a partire dalla 10° giornata dopo i lavori di ristrutturazione. La festa è caratterizzata dalla processione a piedi nudi dei devoti per le vie della città alta al seguito del simulacro ottocentesco che sosta per le offerte in denaro e preziosi e dalla cerimonia della svestizione dei bimbi graziati dalla Madonna. Si qualificò per la fase finale del Campionato europeo di calcio 1992 ma, nella primavera che precedette il torneo continentale, venne esclusa dalle competizioni internazionali organizzate dalla FIFA e dalla UEFA a causa della guerra scoppiata in seguito alle dichiarazioni d’indipendenza delle repubbliche di Slovenia, Croazia, Macedonia, Bosnia ed Erzegovina. Negli anni ottanta la nazionale jugoslava affrontò un periodo difficile; dopo le mancate qualificazioni ad Argentina 1978 e ad Euro 1980, i plavi ottennero la qualificazione al Campionato mondiale di calcio 1982 ma abbandonarono il torneo dopo aver ottenuto solo 3 punti in 3 partite: pareggiarono 0-0 contro l’Irlanda del Nord, persero 2-1 contro la Spagna a causa di una condotta arbitrale non irreprensibile (un rigore fallito dalla Spagna e fatto inspiegabilmente ripetere fino a quando non fu realizzato) e vinsero 1-0 contro l’Honduras.

Le forze di occupazione cominciarono ad andarsene solo a fine ottobre 1918 (non prima di aver fatto saltare il ponte di Adamo ed Eva, sul Noncello), proprio mentre infuriava la pandemia influenzale conosciuta come «spagnola». Fusco fu squalificato a vita e solo in seguito a un dettagliato reclamo della società rossoblù la squalifica fu ridotta a un anno. Il primo campionato termina dopo un solo incontro, poiché i biancoblu di Francesco Calì vengono sconfitti nell’incontro dell’eliminatoria ligure dal Genoa, con cui disputa il primo derby. Opere, operette, commedie, balli, concerti bandistici e, dal 1908, spettacoli cinematografici allietavano le serate, alle quali partecipavano spesso e volentieri anche gli abitanti dei paesi vicini. I tempi erano ormai maturi perché anche a Pordenone venisse costituita una squadra ufficiale di football: nel 1913 un gruppo di appassionati decise di dar vita all’Unione Sportiva, con lo scopo di sostenere e favorire la pratica delle discipline già radicate nel territorio (ciclismo, podismo e alpinismo), alle quali si affiancò il neonato calcio. Nato nel 1920 da una «costola» dell’Unione Sportiva (polisportiva cittadina sorta nel 1913 e attiva in varie discipline), è in termini di tradizione sportiva il terzo consorzio calcistico (dopo Udinese e Triestina) della regione Friuli-Venezia Giulia.

By Carlota